Giovanni Bianchi
Nato nel 1939 si è laureato in Scienza Politiche presso l’Università Cattolica di Milano.
Dopo aver ricoperto importanti incarichi nelle Acli a livello regionale succede a Domenico Rosati come Presidente nazionale dal maggio 1987 al febbraio 1994. La sua ricca esperienza nelle Acli lombarde gli consente di approfondire e sviluppare il cattolicesimo sociale e politico, richiamando l’esperienza di Luigi Sturzo e Giuseppe Dossetti.
Il Congresso di Milano del 1988 conferma la nuova sintonia dell’Associazione con la componente conciliare della Chiesa italiana (oggetto in quegli anni della più viva polemica da parte dell’area più intransigente), e permette quindi una riaffermazione della proposta aclista di radicalità cristiana autonoma e di presenza solidale nella società civile.
Giovanni Bianchi afferma esplicitamente la necessità di aprire una “nuova fase costituente” della società e della politica dell’Italia, sottolinea l’emergere di una nuova cittadinanza sociale, la necessità di nuove regole del gioco per il ricambio dei gruppi dirigenti e per la realizzazione di un’autentica democrazia dell’alternanza.
Con Bianchi l’impegno delle ACLI nella vita politica si esprime soprattutto facendo i “cartelli” con altre associazioni e soggetti politici su temi specifici e su singoli obiettivi: contro il commercio delle armi, contro i mercanti di morte; la proposta “Educare non punire” contro la Legge Jervolino-Vassalli sulle tossicodipendenze; l’approccio “costituente” alla tematica delle regole che portò dopo il 1990 al grande impegno dei referendum per la riforma della legge elettorale.
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